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I paesaggi terrazzati: espressione dell’eredità culturale e sociale dell’umanità

Sara Carallo e Arturo Gallia
Sa Pa (Vietnam), 2011 - Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

Sa Pa (Vietnam), 2011 – Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

Oggi la Società Geografica Italiana vi porta in giro per il mondo a scoprire un particolare sistema agricolo che prevede il modellamento delle pendici delle colline per consentire la coltivazione anche in zone prive di pianure: i terrazzamenti. Ne avete mai sentito parlare?

L’organizzazione agricola mediante i terrazzamenti permette di coltivare anche laddove i rilievi collinari e montuosi lo impediscono, ampliando la superficie di terreno pianeggiante. Questo sistema è applicato da molti secoli, tanto da caratterizzare il paesaggio, definito tradizionale, di molte aree del pianeta. Uno dei grandi vantaggi di questo sistema è la possibilità di impiantare colture miste in uno spazio ridotto, nonché di mitigare il rischio idrogeologico e franoso. Allo stesso modo, molte tipologie colturali possono essere impiantate, da quelle irrigue a quelle arboree.

Bali (Indonesia), 2014 - Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

Bali (Indonesia), 2014 – Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

La storia dei terrazzamenti affonda le radici nel passato. Come per molte innovazioni tecniche, questa si diffuse in molte aree del pianeta senza che vi fossero contatti diretti tra le diverse società. Troviamo terrazzamenti nel Sud-est Asiatico, nell’America Latina, o a corolla delle coste mediterranee. Non si tratta solo di una cultura materiale, ma anche immateriale, fatta di saperi tramandati di generazione in generazione su come costruire i muri di contenimento, come predisporre i massi, come far defluire l’acqua, quali colture piantare, anche dopo aver valutato l’esposizione al sole e ai venti dominanti. Nelle fonti storiche, il modellamento delle pendici delle colline era visto come un’impresa mirabile, altre volte come un gesto dissennato che aveva portato al disboscamento di quei rilievi, soggetti quindi alle avversità meteorologiche. Proprio i terrazzamenti e la loro cura hanno, però, permesso di preservare quei terreni dal dilavamento e dalle frane causati dal ruscellamento delle piogge e hanno permesso di soddisfare le esigenze alimentari di popolazioni che altrimenti non avrebbero avuto modo di coltivare altre terre.

Ponza. Cartolina del Fondo Elio Migliorini (Archivio fotografico SGI)

Ponza. Cartolina del Fondo Elio Migliorini (Archivio fotografico SGI)

Il Reportage dell’escursione sociale della Società Geografica Italiana alle isole di Ponza, Ischia e Capri (aprile 1955), conservato presso la cineteca della SGI, è una preziosa fonte geostorica per lo studio delle isole e, soprattutto, dei terrazzamenti. Nei fotogrammi che riguardano l’Isola di Ponza c’è una prima ripresa panoramica sull’insediamento di Santa Maria e le colline retrostanti sono completamente terrazzate, come si può osservare anche nelle cartoline presenti nel Fondo Migliorini della Fototeca della SGI. In una seconda ripresa, si osservano invece le pendici del Monte Guardia, anch’esse modellate da ampi terrazzamenti e sono ben evidenti i muretti a secco. sebbene non si riconoscano le colture, spiccano numerose piante di agave e di fico d’india, colture tipiche del Mezzogiorno. >>>Clicca per vedere il film

Un paio di curiosità

Lungo la ferrovia Asmara Massawa (Eritrea), 2013 - Foto di G. Pietrantoni

Lungo la ferrovia Asmara Massawa (Eritrea), 2013 – Foto di G. Pietrantoni

I terrazzamenti li troviamo in montagna, nelle colline ma anche nelle isole, dove lo spazio limitato e la rugosità del territorio ha obbligato l’uomo ad adattarsi come poteva. In Italia sono coltivati principalmente a vite o a ulivo, ma nelle comunità più piccole sono coltivati anche a seminativo. Nel Sud-est asiatico anche il tè e il riso sono coltivati nei terrazzamenti.

La suddivisione dei terreni terrazzati può essere molto diversa, anche in zone limitrofe, e dipende da fattori sociali (sistema di misurazione, organizzazione economica…) o fisici (esposizione dei terreni, colture praticate…): può essere per la lunghezza del terrazzamento, in senso orizzontale, o seguendo la disposizione delle pendici, in senso verticale.

Sa Pa (Vietnam), 2011 - Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

Sa Pa (Vietnam), 2011 – Foto di Marco Bertagni (Archivio fotografico SGI)

Localmente i terrazzamenti sono denominati in maniera eterogenea. Nel solo basso Lazio, ad esempio, vengono chiamati macere a Vallecorsa, mentre sono detti catene sull’Isola di Ponza, dove anche i muri di contenimento hanno un nome particolare, parracine.

Nel 2012 è stato istituito l’Osservatorio nazionale del Paesaggio rurale e il Registro nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico, delle pratiche agricole e delle conoscenze tradizionali il cui obiettivo è tutelare e valorizzare i paesaggi rurali come espressione dell’eredità culturale delle popolazioni e testimonianza del patrimonio storico paesaggistico. I pendii collinari della Valle dell’Amaseno (Lazio meridionale) e nello specifico quelli di Vallecorsa rientrano in questo prestigioso Registro.

Sonnino. Cartolina del Fondo Elio Migliorini (Archivio fotografico SGI)

Sonnino. Cartolina del Fondo Elio Migliorini (Archivio fotografico SGI)

Particolarmente suggestivi anche i terrazzamenti di olivi nei pressi dell’abitato di Sonnino, visibili nella cartolina conservata presso la SGI nel fondo Migliorini, che risalgono all’epoca medievale e testimoniano la tenacia dei monaci dell’Abbazia di Fossanova, che, nell’ambito di un più ampio progetto di rivalorizzazione del territorio, dopo aver bonificato l’area paludosa circostante, decisero di piantare esemplari di olivo in luoghi naturalmente impervi e apparentemente impraticabili, dando al paesaggio un imprinting ben definito che ancora oggi è possibile rintracciare e ammirare. Essi rappresentano una preziosa fonte che ci consente di acquisire informazioni sulla forma del territorio, sui suoi contenuti funzionali e sulle modalità con cui le comunità locali hanno pianificato lo spazio in cui vivono. Degli uliveti ritroviamo traccia e testimonianza nella produzione pittorica di fine Ottocento e nella cartografia storica.

Testi di approfondimento:

Scaramellini G., Traschitta D. (a cura di), Paesaggi terrazzati, “Geotema”, n. 29, a. X, 2006, numero monografico.
Bonardi L., Varotto M. (a cura di), Paesaggi terrazzati d’Italia. Eredità storiche e nuove prospettive, Milano, Franco Angeli, 2016.
Alleanza mondiale per i paesaggi terrazzati, sezione italiana: https://www.paesaggiterrazzati.it/
Atlante dei paesaggi terrazzati del Trentino: http://www.paesaggiotrentino.it/it/rapporto-stato-del-paesaggio/atlante-dei-paesaggi-terrazzati-del-trentino/