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Odoardo Beccari

La vita del naturalista ripercorsa a cento anni dalla scomparsa

Nicoletta Pia Rinaldi e Lorenzo Dolfi
Ritratto di Odoardo Beccari

Ritratto di Odoardo Beccari

Oggi vi parliamo di un personaggio di eccellenza, il botanico e naturalista Odoardo Beccari del quale quest’anno ricorre il centenario della scomparsa. Si occupò per quasi tutta la sua vita accademica e scientifica di botanica e, nel farlo, girò il mondo. Dopo la sua formazione tra Pisa e Bologna fu protagonista di numerose spedizioni scientifiche nel Borneo, nella Malesia e in tanti paesi che, in Asia come in Africa, sono ancora oggi connotati da quella prosperità botanica che incuriosisce tantissimi studiosi.

Durante le sue attività di ricerca, Beccari raccolse numerose collezioni botaniche ed etnologiche di inestimabile valore e bellezza che oggi sono conservate nel Museo di Antropologia ed Etnologia di Firenze, salvo un nucleo da lui inviato alla Società Geografica Italiana a Roma e vari reperti conservati nel Museo Botanico di Firenze.

La Società Geografica Italiana promosse, organizzò e premiò molte esplorazioni alle quali il naturalista prese parte. Ad oggi il materiale documentario che lo riguarda è conservato nei vari fondi archivistici societari (Amministrativo, Storico, Appendice al Fondo Storico) ed è consultabile nel portale Lazio’900.

Con questo contributo si intende ripercorrere le principali tappe della vita dell’illustre naturalista a quasi cento anni dalla scomparsa.

Odoardo Beccari con Giacomo Doria

Odoardo Beccari con Giacomo Doria

Nato a Firenze il 16 novembre 1843, iniziò i suoi studi in Scienze Naturali a Pisa dove, distinguendosi in breve tempo, divenne assistente alla cattedra di botanica. Concluse i suoi studi nel 1864 a Bologna, presso il cui ateneo divenne amico di Giacomo Doria con cui condivise il progetto di una spedizione nel ragiato di Sarawak, in Borneo[1].

Non ancora ventiduenne si recò dapprima in Inghilterra per perfezionare i suoi studi ed effettuare i preparativi necessari ad iniziare, nell’aprile 1865, le esplorazioni nella Malesia che avrebbero segnato tutta la sua attività di studio, rendendolo un celebre esploratore e naturalista ancora oggi ricordato.

Dall’Inghilterra raggiunse dapprima Doria ad Alessandria d’Egitto, da qui, con oltre due mesi di navigazione arrivò a Kutching, la capitale del ragiato di Sarawak. I due resero sin da subito proficuo il loro soggiorno nel Borneo, adoperandosi con grande lena nell’esplorazione delle vaste foreste che coprivano all’epoca i territori del ragiato che lambivano l’omonimo fiume. Beccari ebbe modo di reperire materiali di grande interesse botanico ed etnologico per le sue raccolte, spingendosi anche nelle aree più inaccessibili sino al massiccio montuoso del Mattang, nella parte occidentale della regione trovando l’isolamento più completo e un mondo da esplorare. Allestì il suo rifugio come laboratorio per l’analisi e l’inventariazione dei campioni che raccoglieva. Provato già da un attacco di malaria, la sua salute peggiorò rapidamente tanto da essere costretto, il 29 gennaio 1868, a lasciare Kutcing.

Una volta in Italia si dedicò alla sistematizzazione del materiale schedato durante l’esperienza nel Borneo e a dare impulso alle attività scientifiche dei botanici italiani prendendo in mano le redini del «Nuovo Giornale Botanico Italiano».

Corvetta Vettor Pisani nella Baia di Assab 1871

Corvetta Vettor Pisani nella Baia di Assab 1871

Nel 1870 partì, con il geologo Arturo Issel, per una spedizione in Eritrea cui avrebbe partecipato anche il marchese Orazio Antinori, che in quel momento si trovava in Egitto. Gli obiettivi erano squisitamente coloniali, oltre ad essere orientati da cogenze di natura geostrategica che imponevano l’individuazione di nuove rotte commerciali tra l’Italia e il sud-est asiatico. Il prof. Sapeto peraltro, per conto della Società Rubattino, aveva già stipulato l’acquisto del territorio, destinato a diventare un deposito di carbone ed una stazione commerciale.

Giunti ad Assab, vi si trattennero fino al 4 aprile raccogliendo vari reperti nell’omonima baia, per poi ripartire alla volta di Massaua allo scopo di compiere raccolte nei dintorni ed organizzare la spedizione a Cheren, nel paese dei Bogos, sovvenzionata dalla Società Geografica Italiana[2].

Viaggio nel Mar Rosso, 1884

Viaggio nel Mar Rosso, 1884

Insieme ad Antinori, partì alla volta di Cheren il 2 maggio per poi spostarsi nella regione dello Sciotel, non distante da Cheren ma solo in parte in possesso dei Bogos.

Tornato a Cheren con fruttuose raccolte, si imbarcò alla fine di agosto alla volta dell’Italia, rientrando a Firenze.

I mesi trascorsi in Eritrea furono per Beccari e la sua attività di ricerca estremamente proficui, tanto che da queste terre portò con sé materiale sufficiente per allestire una ricca collezione di vegetali[3], che in seguito sarebbe confluita nello studio del suo allievo Ugolino Martelli.

Viaggio Antinori, Beccari e Issel nel Mar Rosso e nei Bogos. Cataloghi e note zoologiche

Viaggio Antinori, Beccari e Issel nel Mar Rosso e nei Bogos. Cataloghi e note zoologiche

Nel periodo immediatamente successivo al suo ritorno in Italia, Beccari si dedicò all’organizzazione di una nuova spedizione presso le isole appartenenti alle attuali Malesia, Papua Nuova Guinea e Indonesia, perfezionando, tra l’altro, le sue conoscenze di geodesia, topografia e meteorologia. Lasciò Genova il 24 novembre 1871, accompagnato dal naturalista conte Luigi Maria d’Albertis e fece ritorno a Firenze dopo oltre quattro anni e mezzo, il 18 giugno 1876.

Illustrazione in Viaggio nel Mar Rosso, nel territorio dei Bogos 1870-71

Illustrazione in Viaggio nel Mar Rosso, nel territorio dei Bogos 1870-71

Raggiunsero la Papua occidentale per stabilire ad Andai il loro quartier generale. Da qui, D’Albertis organizzò una spedizione sui monti Arkaf, mentre Beccari permase nelle vicinanze di Andai per avviare le sue ricerche.

Nonostante numerosi imprevisti, tra cui il peggioramento delle condizioni di salute di D’Albertis ed il suo conseguente rientro forzato in Italia[4], raccolse circa 700 esemplari di piante e ricche collezioni zoologiche, etnologiche e mineralogiche.

Nelle foreste di Borneo 1921

Nelle foreste di Borneo 1921

Rimasto solo in Malesia, grazie a un sussidio fornitogli dal Comune di Genova poté permettersi di coprire i costi necessari per prolungare la sua permanenza e organizzare una seconda spedizione in Nuova Guinea, noleggiando una grossa goletta chiamata Deli con un equipaggio di dieci uomini.

Il 12 marzo 1876 Beccari si imbarcò per tornare in Italia, a Firenze, dove venne accolto con grandi onori e l’autorità comunale gli conferì la cittadinanza onoraria. Alcune società scientifiche lo nominarono membro onorario, altri Sodalizi e istituzioni accademiche, tra le quali la Società Geografica Italiana, lo insignirono di medaglie d’oro e di massime onorificenze.

Nelle foreste di borneo 1902

Nelle foreste di borneo 1902

L’anno successivo, insieme al Capitano Enrico A. D’Albertis, cugino di Luigi Maria, organizzò una nuova spedizione. Partirono da Genova in ottobre e si recarono a Lahore, Delhi, Lucknow, Benares e Calcutta. Da qui proseguirono per Singapore, quindi raggiunsero Sydney e, per via di terra, Melbourne. Si recarono in seguito in Tasmania e Nuova Zelanda dove visitarono Wellington ed Auckland, per poi ritornare a Sidney e si recarono a Brisbane e poi a Singapore dove si separarono. Beccari andò a Giava, dove ebbe la possibilità di visitare il Giardino botanico di Bogor e preparare una spedizione in Sumatra centro occidentale.

Rientrò quindi a Firenze il 28 dicembre 1878, concludendo l’ultima delle sue esplorazioni in Malesia e assumendo per un breve periodo la carica di Direttore del Giardino dei Semplici, rassegnando le dimissioni nel 1879.

A partire dal 1880, dopo aver partecipato ad una nuova una spedizione esplorativa italiana in Eritrea nella baia di Assab, da lui già visitata nel 1870, si dedicò definitivamente alla sistemazione dei suoi studi sulla Malesia e sulla tassonomia delle piante, dando seguito alla sua attività divulgativa e dedicandosi a cause per lui giuste[5] fino al sopraggiungere della morte, avvenuta il 25 ottobre 1920 nel Castello di Bisarno, all’epoca sua residenza.

Un paio di curiosità sul personaggio

Scienziato abile e fine, diversi sono i documenti, bibliografici e non, che forniscono indizi riguardo la sua personalità. Di carattere introverso e schivo, non amava circondarsi di molte persone, prediligendo la compagnia di amicizie fidate quali Giacomo Doria e Enrico D’Albertis, con cui ha coltivato un’amicizia che sarebbe durata tutta la vita.

La sua personalità non gli impedì di entrare in contatto con personalità del mondo scientifico del calibro di Charles Darwin e Joseph Dalton Hooker, conosciuti durante i suoi studi di perfezionamento svolti in Inghilterra, ma anche con figure istituzionali come James Brook, il ragià di Sarawak, che gli assicurò ampia assistenza in vista della sua spedizione nel Borneo del 1865.

Disegno all'interno del Catalogo zoologico

Disegno all’interno del Catalogo zoologico

Studioso attento, nella preparazione dei suoi viaggi era solito vagliare ogni aspetto che potesse tornargli utile ad una minuziosa e attenta indagine dei territori in cui si recava, tanto da approfondire anche aspetti connessi alla geodesia, alla topografia e all’utilizzo degli strumenti di rilievo topografico. Condusse personalmente diverse battute di rilievo che servirono poi a Guido Cora per redigere le carte dei territori da lui visitati, particolarmente della Nuova Guinea nord-occidentale.

Capace divulgatore, le sue osservazioni sono state oggetto di numerosi articoli scientifici e libri da lui stesso redatti tra cui Nelle foreste di Borneo, edito nel 1902. La sua produzione bibliografica costituì sin da subito un patrimonio in grado di ispirare non solo studiosi e ricercatori, ma anche scrittori di prestigio come Emilio Salgari, che si ispirò ai paesaggi e alle ambientazioni descritte da Beccari per ambientare le sue narrazioni di Sandokhan e dei pirati della Malesia. Racconti che hanno stimolato la fantasia di intere generazioni di lettori.

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Note

[1] La lettera più antica di O. Beccari presente nell’Archivio SGI è databile alla fine del suo primo viaggio in Malesia (1866-1868) condotto con G. Doria: Tripoli, 27 giugno 1868, Lettera di O. Beccari a O. Antinori su comunicazione di spostamento a San Marcello (ASSGI, FA, Presidenza Negri, 1868, U. A. 2, cc. 290-291).

[2] La maggior parte della documentazione conservata nell’Archivio SGI riguarda la spedizione in Eritrea: Relazione sommaria del viaggio nel Mar Rosso, BSGI, 1870, pp. 43-60; con resoconto finale pubblicato nell’aprile 1870 e lista degli uccelli nei dintorni di Massaua.

[3] Di questo materiale l’Archivio SGI conserva documenti molto importanti, appunti, cataloghi zoologici e botanici, in particolare, un quaderno dal titolo Catalogo dei volatili raccolti durante il viaggio O. Antinori e O. Beccari nel Mar Rosso e nel paese dei Bogos corrente l’anno 1870.

[4] Beccari raggiunse Amboina dove, con gran sorpresa, trovò ad attenderli la corvetta “Vettor Pisani” sulla quale D’Albertis ebbe soccorso. In merito si veda anche Carlo Grillo, Intorno al mondo con la Vettor Pisani, Lettere alla madre e altri scritti relativi alla campagna oceanica della R. Corvetta Vettor Pisani (1871-1872-1873), a cura di Enrico Grillo Pasqualetti, 2014.

[5] Tra il 1880 e il 1881, per osteggiare il trasferimento del Dipartimento di Botanica, promosse una dibattito a mezzo stampa su numerosi giornali riviste, nonché un referendum tra gli studiosi dei grandi Musei di tutto il mondo. Furono in tanti a pronunciarsi contro, ma il Dipartimento venne ugualmente trasferito nel 1905.

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Fonti bibliografiche e sitografiche

Antinori O., Issel A., Beccari O., Un viaggio nel mar Rosso, Roma, Edoardo Perino Editore, 1884;

Antinori O., Viaggio nei Bogos, con prefazione del March. Prof. Giacomo Antinori, Roma presso la Società Geografica Italiana, 1887;

Antinori O. – Bonati M. (a cura di), Viaggio nei Bogos, Perugia, Fabrizio Fabbri Editore, 2000;

Beccari N., Nelle foreste di Borneo, Firenze, edizioni Alinari, 1921 (edizione postuma);

Beccari N., Odoardo Beccari nel Mar Rosso e tra i Bogos. Frammenti di diario inediti, trascritti ed ordinati dal figlio prof. Nello Beccari, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1927, pp. 625-646;

Beccari N. (a cura di), Odoardo Beccari in Sumatra e la Scoperta dell’”Amorphophallus Titanum” (Frammenti di diario inediti trascritti ed ordinati), in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1930, pp. 569-595;

Beccari, O., Malesia, Firenze-Roma, Tip. Dei Fratelli Bencini, 1886;

Beccari O., Sul viaggio di O. Beccari in Sumatra. Giugno-Ottobre 1878, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1880, pp. 300-302;

Ciampi P., Gli occhi di Salgari: avventure e scoperte di Odoardo Beccari, viaggiatore fiorentino, Firenze, Polistampa, 2003;

Cora G., Cenni sulla Baia d’Assab ed adiacenze del prof. Guido Cora, supplemento alla carta speciale della Baia d’Assab ed adiacenze, costruita e disegnata, alla scala di 1:250.000, Torino, Istituto Geografico Guido Cora, 1882;

Issel A., Beccari O., Antinori O., Relazione sommaria del viaggio nel mar Rosso, in «Bollettino della Società Geografica Italiana», 1870, pp. 43-60;

Gestro R., Odoardo Beccari; estratto dagli «Annali del Museo civico di storia naturale di Genova», 1921;

Pichi Sermolli R. E. G., Odoardo Beccari: vita, esplorazioni, raccolte e scritti del grande naturalista fiorentino, Firenze, Alinari, 1994;

Viaggio ad Assab nel Mar Rosso dei signori G. Doria ed O. Beccari con il R. Avviso “esploratore” dal 16 novembre 1879 al 26 febbraio 1880, «Ann. Mus. Civico Storia Nat. Genova», 1881, pp. 523-524;

Viaggio dei signori Antinori, O. Beccari, A. Issel nel Mar Rosso, nel territorio dei Bogos e regioni circostanti durante gli anni 1870-1871. Catalogo degli uccelli compilato per cura di O. Antinori e T. Salvadori, Genova, Tipografia del R. Istituto Sordo-muti, 1873;

Archivi delle personalità della cultura in Toscana tra ‘800 e ‘900 disponibile al link