Il volume, scritto dal filosofo Matteo Vegetti, ridefinisce il concetto di globalizzazione a partire dall’idea secondo la quale l’età contemporanea sia il teatro di una rivoluzione spaziale comparabile, per entità e portata culturale e sociale, solamente a quella realizzatasi con la conquista degli oceani nel XV secolo. Partendo dalla riflessione di Carl Schmitt, l’autore individua nella spazialità aerea la premessa per una seconda fase globale, che attraverso l’aviazione, le tecnologie satellitari ed informatiche e le telecomunicazioni ha favorito l’ingresso di una terza, nuova dimensione, forgiando una nuova coscienza spaziale che rende necessaria un riordino della relazione tra l’uomo e lo spazio di sua pertinenza. Vegetti ricostruisce, con rigore scientifico e lucidità storica, le conseguenze di questo profondo mutamento. Conseguenze rinvenibili in uno spettro piuttosto ampio di questioni, di natura politica, antropologica, sociale ed economica. È a partire da queste premesse che l’opera pone la questione della crisi dello Stato-nazione e presenta ai lettori la nascita di un nuovo ordine globale il cui compimento è ancora in divenire.
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