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Venerdì Cartografico – Il Regno d’Italia in Anatolia

Fu denominata “questione d’oriente” il combinato disposto fra la progressiva dissoluzione del vasto Impero Ottomano e le conseguenti mire espansionistiche sui suoi territori da parte delle grandi potenze europee, Francia, Inghilterra e Russia in testa.

Carta 1. A. Dardano, M. Checchi, Asia minore, Arabia e regioni contermini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1917

L’arretramento territoriale dell’Impero era già iniziato nel 1683, momento della sua massima espansione nel continente europeo, con la sconfitta alle porte di Vienna. Nei secoli successivi furono sempre di più i territori che si affrancarono dal suo dominio, in un processo di dissoluzione che si sarebbe compiuto solo pochi anni dopo la conclusione della Prima Guerra mondiale (nella carta numero 1 la situazione dei possedimenti ottomani nel 1917, splendidamente disegnata dal cartografo Achille Dardano).

Carta 2. A map of Turkey in Asia, 1919

Siglati diversi accordi in questo periodo fra Roma e gli alleati francesi e inglesi, si arrivò a delineare delle vere e proprie zone d’influenza nella regione medio orientale che includevano la penisola anatolica stessa, come mostrato nella carta numero 2.

Successivamente il Regno d’Italia, il 29 marzo 1919, nel timore che gli alleati potessero non rispettare gli accordi presi, occupò militarmente l’area di Adalia, all’interno della regione storica della Licia, nel meridione della penisola (carta numero 3). Tuttavia, l’occupazione durò poco: la riscossa dei nazionalisti turchi guidati da Mustafa Kemal indusse i vertici italiani a predisporre l’abbandono progressivo del territorio, che fu completato all’inizio del 1922.

Carta 3. Adalia, Istituto Geografico Militare, 1921

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