Home » Mercolei Fotografico » Mercoledì Fotografico – La città perduta di Angkor Thom

In Evidenza

Mercoledì Fotografico – La città perduta di Angkor Thom

Durante la spedizione Doudard de Lagrée-Garnier (1866-1868), predisposta dalle autorità coloniali francesi per esplorare il fiume Mekong e verificare la sua navigabilità a fini commerciali, gli esploratori s’imbatterono nella città perduta di Angkor Thom, ultima delle capitali dell’Impero Khmer, in Cambogia. Nella fotografia, custodita nel nostro Archivio fotografico in una collezione relativa alla spedizione, l’osservatore riesce a immedesimarsi nel momento entusiasmante della riscoperta della città, con le straordinarie torri a forma di viso immerse nella fitta vegetazione e il loro eterno ed enigmatico sorriso, noto come “sorriso khmer”. Il frate portoghese Antonio de Madalena, primo europeo a risvelare la città abbandonata alla fine del ‘500, alla vista delle suggestive manifestazioni artistiche paragonò il luogo all’Atlantide di Platone.

La fotografia in esame, realizzata da Émile Gsell, è un positivo in bianco e nero all’albumina su carta. Questa tecnica venne introdotta nel 1850 e fu il primo supporto fotografico prodotto a larga scala in laboratori. L’immagine positiva si formava per annerimento diretto sul foglio a contatto con negativo (lastre di vetro al collodio), grazie alla sola azione della luce solare senza bisogno dello sviluppo. La carta prima di essere usata veniva più volte immersa e fatta galleggiare in una soluzione di albumina più sali. I fogli venivano poi tagliati nel formato desiderato e prima di essere esposti venivano sensibilizzati dal fotografo con una soluzione di nitrato d’argento, e successivamente fissati. L’immagine si formava quindi sullo strato lucido di albumina, senza penetrare nella carta e i diversi strati di albume conferivano alla foto brillantezza. Lo strato di albume aveva la funzione di nascondere le fibre della carta e rendere la superficie più uniforme. Purtroppo però la carta all’albumina è poco stabile agli agenti atmosferici e tende a ingiallire alterando i toni dell’immagine.


Seguici anche sui nostri social