Pubblicato nel 2020, “Il principio territoriale” (Bollati Boringhieri, 2020) di Alberto Magnaghi, professore emerito di Pianificazione Territoriale presso l’Università di Firenze e fondatore della Società dei territorialisti italiani, dà nuova linfa vitale a concetti che l’odierna civiltà delle macchine e dell’iperspazio digitale sembra aver perso gradualmente, con un’opera che sintetizza con sistematicità e lucidità decenni di attività di ricerca legata ai temi concernenti lo sviluppo locale autosostenibile.

Spazio, territorio, luogo e coscienza di luogo divengono imprescindibili per la produzione di una ricchezza durevole che parta dalle comunità locali e da una valorizzazione dei luoghi quali motori propulsori di una conversione ecologica dei contesti di vita dell’uomo. L’approccio alla crisi ecologica globale che stiamo vivendo, nella prospettiva espressa dall’autore, non è da intendersi in senso prettamente tecnico; al contrario individua nelle pratiche di cura del territorio messe in atto dagli abitanti, nonché nel recupero degli equilibri nei rapporti co-evolutivi fra insediamenti antropici e ecosistemi, gli elementi fondamentali di un approccio eco-territorialista che sia finalizzato alla tutela del territorio inteso quale ambiente dell’uomo, piuttosto che al ripristino della naturalità indubbiamente alterata dall’azione antropica.
La dissoluzione progressiva dei caratteri identitari dei territori è descritta nel percorso che, a partire dalle derive della città-fabbrica di stampo fordista, passando al postfordismo dei distretti di becattiniana memoria per giungere sino alle reti di città-stato di Parag Khanna digitale e alle mega city, Alberto Magnaghi coniuga il principio territoriale con l’idea di progresso umano, sociale e tecnico.
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