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Leg.Geo – Per una geografia del potere di Claude Raffestin

Cristiana Zorzi

Vari gli avvenimenti storici che ci separano dall’epoca di pubblicazione dell’opera, che risente soprattutto dell’avanzata del processo di compressione spazio-temporale e dello sbarco del non-umano sul pianeta epistemologico.

Eppure questo classico della letteratura geografica resta una lettura fondamentale per chi decida coraggiosamente di affrontare il nodo delle dinamiche di potere insite nel “gioco della riproduzione sociale”, (nodo in cui, del resto, prima o poi, arriva ad imbrigliarsi chiunque studi il territorio). Il testo, di stampo teorico, offre dei veri e propri strumenti interpretativi. Dalla popolazione ai confini, dalla religione alla teoria delle centralità, dalla sintassi ai media, alle strategie di sfruttamento delle risorse, alle tecnologie; dalla cartografia settecentesca alle multinazionali, dalle pratiche comunitarie alle manovre finanziarie: Raffestin rilegge criticamente le categorie classiche della geopolitica alla luce della chiave di lettura che definisce nei primi capitoli come “problematica della relazione”.

Ogni pagina è volta a smascherare le dinamiche di potere che si mimetizzano nelle trame territoriali e quasi sempre restano nell’ombra, incomprese e impunite. Un lavoro che accoglie l’eredità di Marx e Foucault e invita a prendere partito e ad adottare uno sguardo acuto, sempre vigile, per non dare mai per scontata la geografia di ogni luogo e ogni epoca. Un’opera, in definitiva, che offre strumenti per riscrivere geografie politicamente consapevoli.

“Il potere non è una categoria spaziale né una categoria temporale, ma è presente in ogni «produzione» che si iscriva nello spazio e nel tempo” (Raffestin, 1981, p. 20).

Claude Raffestin (1981), Per una geografia del potere, Milano, Unicopli, (collana: Studi e ricerche sul territorio).


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