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Mercoledì Fotografico – Dainelli a Tangeri

L’emozione di Dainelli alla partenza era tangibile, lo attendeva un paese «nel quale dalle tiepide e lussureggianti marine si può passare alle nevi dell’alta montagna, e poi ancora al nudo e desolato paesaggio del deserto africano».

In vista di Tangeri, il geografo rimase estasiato dal colpo d’occhio della città, «della quale appena si distinguon le case, terminate come esse sono da terrazzi pianeggianti, e separate da vie strettissime; qua e là, qualche minareto e qualche palmizio rompe, col diverso colore, la uniformità del quadro».

Visitato il centro, si mosse poi alla volta di Tétouan, «vasta città ad una decina di chilometri dal mare, tutta cinta di mura merlate e sovrastata dalla antica fortezza, è un centro commerciale di grande importanza», ove si mosse da attento osservatore degli «angoli più o meno nascosti, dove la vita vissuta dagli abitanti, insieme al caratteristico ambiente, formano quadretti veramente artistici: sia una fonte, alla quale alcuni abitanti vadano a rinfrescare la bocca riarsa, e dalla quale si parta una lunga fila di somarelli, carichi delle brocche ripiene; sia un vecchio venditore di acqua, curvo sotto l’otre ricolmo, il quale gira per le vie quasi deserte».

La fotografia, che riprende Tàngeri vista dal piazzale della “Kasbah” è stata scattata nel 1901 dallo stesso Dainelli, e si tratta di un negativo su vetro alla gelatina d’argento. Lo riconosciamo dal colore grigio-neutro e dal cosiddetto” specchio d’argento” ( la lucentezza dell’emulsione). Questa nuova tecnica, sperimentata da R.L.Maddox nel 1871, rese possibile una capillare diffusione della fotografia a livello sociale, poiché iniziarono a diffondersi le prime grandi industrie fotografiche. I negativi preparati meccanicamente, si presentavano opachi nel lato dell’emulsione e lucidi nell’altro. L’immagine, osservata in trasparenza mostra ampie gamme di grigi, dai toni alti a quelli bassi.


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