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Mercoledì Fotografico – La Corea dei primi del ‘900 negli scatti di Carlo Rossetti

Quando il tenente di vascello Carlo Rossetti fu nominato console di Corea, nel 1902, le relazioni diplomatiche tra quel paese e il Regno d’Italia contavano appena diciotto anni di vita. Dal 1884 fu operativo il consolato italiano di Seoul, e chi vi operò ebbe la fortuna di poter osservare un paese in gran parte ancora poco noto alle conoscenze occidentali. Rossetti fu con ogni probabilità il più attento degli osservatori esterni del tempo, giacché nel suo periodo d’incarico raccolse e analizzò molte informazioni in campo culturale, geografico, sociale ed economico della Corea. Realizzò, inoltre, centinaia di fotografie che consegnano ai contemporanei un prezioso fermo immagine della quotidianità coreana del tempo, in particolare nella zona della capitale. Di quegli scatti e in esteso delle sue impressioni tratte dall’Estremo Oriente, le quali confluirono in due pregevoli volumi, parlò nelle aule della sede del Collegio Romano nel 1904, alla presenza del Re, della Regine e di esponenti di spicco della politica italiana.

La fotografia in esame è stata scattata nel 1902 a Seoul da Murakami, fotografo locale professionista che affiancò Rossetti nella documentazione della Corea, immortalando i diversi aspetti del territorio e della società coreana. Si tratta di un aristotipo, carta da stampa ad emulsione ad annerimento diretto, di produzione industriale, che usa come legante o il collodio o la gelatina. Le carte aristotipiche ebbero una notevole diffusione tra il 1885 e il 1920, subentrando alle più note carte all’albumina. Hanno la caratteristica di essere preparate con uno strato di barite che isolava le fibre della carta rendendo  la superficie più lucida e l’immagine più nitida.

La tonalità di queste stampe era calda e bruna e, con l’aggiunta di pigmenti, poteva assumere colorazioni rosa, malva o azzurre. Gli aristotipi, soggetti a deterioramento, devono subire un accurato trattamento di lavaggio per evitare di danneggiare la struttura dell’immagine.


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