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Leg.Geo – La città orizzontale di Stefano Portelli

Barbara Brollo

“Spesso è solo osservando i margini che si capisce il centro”.

Questa frase, tratta dall’introduzione, ben riassume lo spirito con cui questo libro documenta la storia di un quartiere ribelle di Barcellona. 

Le trasformazioni che ha vissuto la città dopo le Olimpiadi del 1992 non riguardano solo l’abbellimento del centro, operazione decantata e studiata come esempio di buon investimento in seguito ad un grande evento. Gli effetti di questa operazione si riverberano anche in quartieri più distanti, non sempre con effetti positivi per chi ci vive.

E’ il caso del quartiere di Bon Pastor: area periferica in cui il legame tra morfologia urbana e struttura sociale è cristallino.Qui la città è orizzontale: non ci sono condomini, ma abitazioni basse. Si vive la strada, spazio pubblico per eccellenza, con spontaneità e convivialità, non solo vivendo uno accanto all’altro, ma formando una società. 

La sostituzione delle piccole case degli anni Venti con palazzine è “un processo di demolizione che da piano urbanistico è passato a quello sociale, imponendo agli abitanti nuove identità e nuove forme politiche attraverso l’imposizione di nuove strutture spaziali”. 

Oltre ad essere uno studio etnografico, emozionante per il coinvolgimento nella vita di questa comunità, più che mai viva e pulsante, nonostante, o forse anche a causa, dei conflitti che la animano, è un’analisi sull’economia urbana e i suoi risvolti geografici.


La città orizzontale di Stefano Portelli,  Monitor

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