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Trasvolata dell’Artide Amundsen-Ellsworth-Nobile 1926

12 maggio 1926, il dirigibile italiano “Norge”, comandato dall’italiano Umberto Nobile, celebre progettista di dirigibili, con a bordo Roald Amundsen, capo della spedizione  e l’americano Lincoln Ellsworth, finanziatore della spedizione, riuscì a sorvolare il Polo Artico.


Il dirigibile, chiamato Norge in omaggio alla Norvegia (prima portava la sigla N1), veniva azionato da tre motori a sei cilindri in linea, raggiungendo la velocità massima di 113 chilometri orari. Il suo involucro lungo 106 metri e con il diametro di 18,58 metri era riempito con 18 mila metri cubi di idrogeno. Aggrappato ad esso poteva esserci un carico utile di 6,5 tonnellate (formato dalla cabina con equipaggio, strumenti e provviste).

Il Norge si staccherà da Terra il 10 aprile 1926 sollevandosi nel cielo dell’aeroporto di Ciampino, compiendo un viaggio di 13 mila chilometri in 170 ore, alla velocità media di 76 chilometri orari. Sfortunatamente, per il grande aeromobile era anche l’ultimo volo, tornò in Italia in decine e decine di casse, trasportato da una nave piroscafo che approderà a Civitavecchia a metà settembre del 1926.

Il principale risultato scientifico dell’impresa fu l’aver accertato l’assenza di terre tra il Polo e Punta Barrow, la cui esistenza era stata ipotizzata molte volte; ma di grande importanza furono anche le osservazioni meteorologiche compiute in una regione fino ad allora sconosciuta.

L’Archivio fotografico della Società Geografica Italiana custodisce 67 fototipi (positivi in bianco e nero alla gelatina d’argento su carta) in gran parte realizzati dal noto fotografo Adolfo Porry-Pastorel.

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