Il filmato si riferisce alla spedizione promossa e guidata dal capitano Vittorio Bottego tra il 1895 e il 1897 nel Giuba e sul fiume OMO. Nel clima crescente delle ostilità tra l’Italia e Menelik era andata maturando l’idea di una spedizione esplorativa destinata a recuperare la salma del principe Eugenio Ruspoli, morto per un incidente di caccia nel 1893, in una località dell’Etiopia meridionale. A proporla all’allora presidente della Società Geografica Italiana Giacomo Doria, fu Vittorio Bottego (Parma, 1860 – Dega Roba, Etiopia 1897). Egli era stato il capo-spedizione, nel 1892-1893, della fortunata esplorazione alle sorgenti del Giuba, che gli era valsa anche la medaglia d’oro della Società Geografica Italiana. Nel maggio del 1894, scrisse a Doria per proporre una missione e si candidò per guidarla; nella lettera Bottego suggeriva di affiancare allo “scopo pietoso” anche un altro obiettivo: «togliere il velo che circondava il corso dell’Omo, le popolazioni che lo attorniavano ed il territorio ad occidente del lago Rodolfo e del Caffa». Nei mesi successivi, anche grazie ai contatti tra la Società Geografica e il governo italiano, gli obiettivi della spedizione andarono perfezionandosi: essa doveva partire dal porto di Brava (Somalia meridionale) e, dirigendosi verso Nord, avrebbe dovuto raggiungere Lugh. Nei mesi successivi, anche grazie ai contatti tra la Società Geografica e il governo italiano, gli obiettivi della spedizione si perfezionarono.
La spedizione Bottego partì da Napoli il 3 luglio 1895; lo accompagnavano il sottotenente di vascello Lamberto Vannutelli (1871-1966), Maurizio Sacchi (1864-1897) e il sottotenente Carlo Citerni (1873-1918), quest’ultimo ebbe l’incarico di fotografo della spedizione e di tenerne anche il diario. A Daga Roba, la spedizione ebbe un triste destino: il 17 marzo 1897 fu assalita da una tribù locale e subì moltissime perdite; fu colpito a morte anche Bottego, mentre Citerni e Vannutelli furono fatti prigionieri e liberati solo il 6 giugno, anche grazie all’intermediazione di Menelik. Furono i soli sopravvissuti italiani della spedizione: Maurizio Sacchi era stato ucciso il 7 febbraio 1897, sulle rive del Lago Margherita da alcuni predoni Amara. Il racconto della missione fino al suo triste epilogo è stato fatto da Citerni e Vannutelli nel volume L’Omo, pubblicato sotto gli auspici della Società Geografica Italiana, nel 1899.