Carlo Cattapani (Mantova, 7 agosto 1868 – New York, 1º luglio 1925) è stato un giornalista, militare e artista italiano. Visse tra Parigi, Londra e New York, dove insegnò Storia dell’Arte Antica e dei Costumi presso l’Accademia Americana di Arti Drammatiche. Ha svolto con profitto anche l’attività di reporter e fotografo di guerra per diverse testate italiane e inglesi.
La raccolta fotografica che vi presentiamo “Aspetti geografici del Canada” si riferisce alle immagini scattate dallo stesso durante uno dei suoi viaggi come reporter e usate durante la conferenza tenuta il 4 maggio 1908 nell’Aula Magna del Collegio Romano e pubblicato nello stesso anno sul Bollettino della Società Geografica Italiana.
Qui di seguito riportiamo uno stralcio:
“In quattr’ore di ferrovia da Toronto si giunge alle cascate del Niagara, dopo aver attraversato la parte occidentale della penisola omonima. I vigneti si alternano coi pometi, gli uni e gli altri intercalantisi con immense coltivazioni ad ortaglie ed il terreno leggermente ondulato è cosparso di piccoli altipiani e colline, disseminate di fattorie e di borgate raggruppate intorno a centri importantissimi di vita industriale quali Hamilton, London e Stratford. A me che ho vissuto per mesi nelle vicinanze del Niagara e che giornalmente, attiratovi come da un potente magnete, ho speso delle ore in un’estasi di ammirazione dinanzi ad esse, sembra impossibile il poterne adeguatamente parlare. Io ho tentato di fissarne sulla tela la maestosità coronata da un bagno di luce, quando i raggi di un sole di luglio ne accarezzavano il pulviscolo acquoso turbinante in balìa del vento. Io, nell’orgoglio dell’artista che lotta contro una tecnica impotente, ho voluto dipingere le mille tinte armoniose, e le stranezze sempre nuove delle mille correnti formate dall’irrompere delle acque nei vorticosi abissi delle cataratte. Ho cercato di riprodurre i contrasti fra la vegetazione lussureggiante dell’autunno e la bianchezza candida ma violenta di quei miliardi di molecole vaporose inalzantesi dai turbinosi vortici e che pur nei giorni più sereni vi cadono spesso addosso in forma di pioggia a chilometri di distanza. Ma ho spezzato la tavolozza ed i pennelli, e distrutto le tele, vergognoso come uno scolaretto che ardisca copiare un Michelangelo od un Raffaello.
Ho tentato anche descrivere la cascata del Niagara, ma ho lacerato la carta dopo averla imbrattata cogli sforzi impotenti del mio intelletto. Nè descrizioni di grandi scrittori nè tele di artisti di vaglia mi sono sembrate degne di questo capolavoro della natura. La sensazione che si prova dinanzi alle cataratte del Niagara è di impicciolimento, e l’uomo sente tutta la meschinità sua di fronte a questa forza attiva di acque irruenti che possiedono quasi una personalità cosciente e volente. Oggi le cataratte sono due: l’americana più piccola della canadiana, la quale è superbamente maestosa a forma di ferro di cavallo. Esse si annunziano a chilometri di distanza con un rumore cupo indefinito che aumenta d’intensità a misura che la distanza diminuisce. Di fronte ad esse si rimane affascinati da quel turbinìo furioso di una massa di acqua enorme che si precipita da più di 60 metri di altezza in un abisso profondo, dove l’acqua pare in tumultuosa ebollizione, dove le schiume sembrano nubi, e dove tutto questo colossale lavorìo di forze lacera e divora le rocce sottostanti strappate dall’orlo della cataratta, che lentamente retrocede nel corso dei secoli. Ed il paesaggio sulle rive del Niagara s’altera coll’andar del tempo, e le spumose masse della stagione mite si gelano nell’ inverno e ricadono in candida neve sulla superficie ghiacciata della gola, che separa gli Stati Uniti di America dal Canadà.
Nell’inverno la scena biancheggiante non perde la maestosità di quella dell’estate e le acque furiose continuano al di sotto dei ghiacci la loro corsa precipitosa in una gola lunga 7 miglia portante l’impronta di 20 secoli di erosione. A Queenstown il Niagara perde il carattere turbinoso e si trasforma in una placida e maestosa corrente; il paradiso dei pescatori e la delizia degli escursionisti che vi pervengono dal lato di Ontario. Tutto intorno alle cataratte sorgono innumerevoli stabilimenti industriali e generatori di forza elettrica; ma ora il loro numero è stato limitato da una commissione internazionale che veglia alla conservazione delle bellezze naturali di quei luoghi, acciò le generazioni future possano goderne per quei pochi secoli di vita che ancora rimangono alle cascate”
(Carlo Cattapani, Note sul progresso civile del Canadà. Conferenza tenuta il 4 maggio 1908 nell’Aula Magna del Collegio Romano, in BSGI, pp. 577-593)
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