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GIOVEDI’ 10 APRILE 2025 ORE 10:00 – INCONTRO “PALESTINA E GIORDANIA. VIAGGI, ESPLORAZIONI, MISSIONI: RETI DI RICERCA, STRUMENTI DI PACE”


La Società Geografica Italiana è lieta di informare che 

giovedì 10 aprile 2025, alle ore 10:00

si terrà l’incontro dal titolo 

Palestina e Giordania. Viaggi, Esplorazioni, Missioni: Reti di Ricerca, Strumenti di Pace”

L’evento è il settimo di un ciclo di incontri denominato MISSIONI ARCHEOLOGICHE NEL MEDITERRANEO Ricerca storica, identità e conflitti di ieri e di oggiorganizzato da ITALIA NOSTRA in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte – INASA, il Parco Archeologico dell’Appia Antica – Soprintendenza e Istituto autonomo del MIC e la rivista Archeomatica. 


Il programma della giornata è dedicato a Palestina e Giordania, regione compresa tra il Mediterraneo e il deserto arabico è sempre stata, fin dal passato più remoto, teatro di importanti vicende per la storia dell’umanità. Parte centrale della cosiddetta “mezzaluna fertile”, snodo commerciale strategico per le rotte carovaniere, teatro di conflitti di portata mondiale, palcoscenico di eventi cruciali per le tre religioni monoteistiche, ancora oggi occupa le prime pagine dei quotidiani di tutto il mondo per i tragici avvenimenti di questi mesi. 

La giornata di studi vuole porre l’attenzione su come nel corso dei secoli questo territorio abbia sempre attratto commercianti, nomadi, pellegrini, esploratori, studiosi che hanno lasciato importanti testimonianze scritte e di vario genere, che ci permettono di ricostruire le complesse vicende storiche, il palinsesto culturale e paesaggistico di una regione crocevia di popoli e culture. Il crescente flusso di pellegrini e visitatori che ha caratterizzato gli anni recenti è stato bruscamente interrotto dal conflitto in corso. 

Particolare attenzione sarà data al ruolo delle missioni archeologiche e culturali italiane il cui principale scopo è quello di studiare, scoprire, valorizzare, l’immenso patrimonio culturale di quei territori, ma che, in virtù di ciò e grazie alle necessarie sinergie con gli attori locali, in primo luogo gli studiosi, possono essere strumento di pace oltre che di reciproco arricchimento culturale.