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150° a Roma, 16 maggio 2017

Il testo dell’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella

Intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’incontro internazionale sul tema ” La Rete delle Società Geografiche per le nuove esplorazioni del mondo” in occasione del 150° di fondazione della Società Geografica Italiana

Sono particolarmente lieto di recare il mio saluto in questo importante anniversario di una società scientifica e culturale così significativa nella storia del nostro Paese.

Le preziose attività di ricerca, divulgazione, valorizzazione dei beni culturali custoditi nella biblioteca e negli archivi della Società Geografica Italiana, motivano già esse, da sole, la considerazione di cui gode questa istituzione.

Desidero osservare, inoltre, che i percorsi di studio avviati sulla realtà contemporanea confermano, ove ve ne fosse bisogno, l’attualità di una associazione di studiosi così ricca di anni e di esperienza.

La relazione del presidente Bencardino ne ha dato puntuale riscontro.

La riflessione in atto sul rapporto tra risorse ecologiche e presenza dell’uomo rappresenta un contributo di grande valore della scienza geografica, così come, su un altro versante, l’attivazione di strumenti di dialogo quali i protocolli con Ambasciatori dei Paesi accreditati presso la Repubblica.

E’ una direzione di marcia verso quella “possibile razionalizzazione della speranza” del futuro dell’uomo, di cui ci ha parlato il prof. Giuseppe Campione.

Quelle “nuove geometrie del globale” che possono consentire all’uomo contemporaneo – in un mondo che, sempre più, è un globo, come poc’anzi ha detto il prof. Farinelli, in cui ogni sua parte interagisce, costantemente, con tutte le altre – di essere più consapevole e responsabile del suo destino, rendendo concreta la prospettiva di una geografia davvero “umana”.

La complessità e il ruolo di una materia come la Geografia avevano sollecitato, non a caso, l’impegno di Immanuel Kant: la riteneva propedeutica alla conoscenza del mondo e fattore decisivo nella identificazione di elementi già carichi di significati filosofici, come hanno osservato numerosi studiosi.

La Geografia – conoscenza, riproduzione, raffigurazione della terra – propone, nelle sue ricche specialità, saperi plurimi.

La Geografia ci aiuta.

Jean Robert Pitte ha appena citato Yves Lacoste, ricordando la sua osservazione secondo la quale la Geografia, all’inizio, è servita a far la guerra.

E’ l’eredità della visione di una geografia spesso al servizio, volta a volta, di tendenze e spinte politiche: tra queste, il colonialismo, l’imperialismo, con cui molti Stati moderni dell’Europa hanno, a lungo, disatteso gli stessi principi di libertà ed eguaglianza su cui pure si volevano basare.

La stessa cartografia è stata, inevitabilmente, strumento di questi processi: fotografare gli interessi economici e politici variamente distribuiti sui territori delle Nuove Terre e dell’Africa in particolare.

A lungo, una sorta di barometro permanente dei conflitti e dei loro esiti, con i confini tracciati a rappresentare i provvisori risultati raggiunti.

Potremmo definirla una geografia anche “diplomatica”.

Sovente la Geografia non ha potuto essere neutrale nelle sue conclusioni.

La consapevolezza è esplicitata dalle rappresentazioni cartografiche della Terra che sono state offerte nei secoli: sopravalutazioni e sottovalutazioni hanno obbedito a considerazioni di potenza riguardo alle terre rappresentate.

Tutto questo è, oggi, fortunatamente, impossibile.

Oggi, anche in virtù degli strumenti di indagine disponibili, la stessa versione “romantica” delle esplorazioni – parte della storia delle più antiche Società Geografiche, inclusa quella italiana – è pressoché venuta meno.

La stessa disponibilità e diffusione di dati in tempo reale è un formidabile contributo alla diffusione della conoscenza dei dati e dei fatti geografici e rappresenta una spinta senza precedenti alla crescita delle tante specializzazioni della scienza geografica: quella fisica, quella umana, quella politica, quella economica. Dimostrazione della evidente centralità della Geografia nel passato e nel futuro dell’umanità.

L’analisi delle risorse disponibili, indistinguibili quanto ad avvenire dell’umanità – si pensi all’acqua – è debitrice nei confronti della Geografia.

Citando Eric Jones, il presidente Bencardino ha ricordato come la spiegazione sui progressi del continente europeo rispetto ad altri, risieda anche nell’essere stata l’Europa aperta alla penetrazione di popolazioni provenienti da culture diverse, capace altresì di attivare relazioni a vasto raggio. La sempre maggiore conoscenza reciproca, il dialogo, hanno favorito la pace, dalla metà del secolo scorso, in una Europa per secoli dilaniata da continue guerre.

Ebbene, la Geografia è – come è stato detto – anche strumento fondamentale per “fare la Pace”: vivere insieme in diversità condivise, costruire insieme ordinamenti e identità. Né più né meno di quanto avvenuto con la costruzione delle Nazioni e degli Stati contemporanei.

Fu Strabone, storico e geografo – la cui sete di conoscenza geografica lo condusse a risalire il Nilo – ad avere unito, nelle sue opere magistrali, la descrizione delle realtà territoriali e i risultati del rapporto tra spazi e relazioni umane.

Proprio seguendo quell’insegnamento, oggi, i valori di libertà e democrazia, di pace, giustizia e cooperazione, possono avvalersi della conoscenza geografica per un nuovo percorso di progresso dell’umanità.

Poc’anzi il Presidente del CNR ha ricordato gli strumenti nuovi posti a disposizione della conoscenza geografica e della ricerca e dello studio della geografia.

Nei giorni scorsi in Argentina, a Bariloche, ho vistato la base del sistema satellitare italo-argentino che monitora ogni giorno, ventiquattrore su ventiquattro, la terra, i movimenti dei ghiacciai, dei mari, delle montagne: è uno strumento fondamentale per questo settore, è un sistema satellitare all’avanguardia nel mondo.

Questi strumenti nuovi che consentono nuove conoscenze, nuovi approfondimenti e nuova ricerca ci ricordano che vi è ancora molto da scoprire in questo nostro mondo, non soltanto di luoghi non del tutto conosciuti, ma soprattutto di noi stessi e del nostro rapporto con la natura e con la terra.

E’ con questa convinzione che rivolgo alla Società Geografica Italiana i migliori auguri per gli anni che l’attendono.

Il Video dell’intervento del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella